lunedì 29 febbraio 2016

Martedì 1 marzo - Timbuktu di A. Sissako

Cannes 2015: Premio della Giuria Ecumenica
Candidato agli Oscar 2015 come “Miglior film straniero”

Non lontano da Timbuktu, occupata dai fondamentalisti religiosi, in una tenda tra le dune sabbiose vive Kidane, in pace con la moglie Satima, la figlia Toya e il dodicenne Issan, il guardiano della loro mandria di buoi.

In paese domina la legge islamica imposta dai jihadisti. Musica, risate, sigarette e addirittura il calcio, sono stati vietati. Le donne, obbligate a mettere il velo conservano però la propria dignità. Ogni giorno una nuova corte improvvisata emette tragiche e assurde sentenze. Kidane e la sua famiglia riescono inizialmente a sottrarsi al caos che incombe su Timbuktu.

Ma tutto muta improvvisamente quando Gps, il bue della mandria a cui erano più affezionati, viene massacrato. Kidane non accetta il sopruso.



“Sissako mostra come la jihad porti dolore e lutto in terre che vorrebbero solo vivere in pace. Il regista mauritano rappresenta una comunità di islamici moderati forse un po’ idealizzata e facile da amare. Pur nella tragicità delle situazioni, riesce a coniugare realismo e lirismo, non negandosi neppure un’inaspettata vena di humour che ricorda il cinema del regista palestinese Elia Suleiman. Si apprezza soprattutto l’appassionata difesa delle donne, prime vittime dell’integralismo”. 
(Roberto Nepoti - La Repubblica)

“Solo nelle mani di un maestro, l'indignazione e la tragedia possono rendere con chiarezza, sottigliezza, mestiere l’adrenalina, e i toni più profondi ricchi di sfumature. Abderrahmane Sissako è proprio un maestro”. 
(Jay Weissberg – Variety)





domenica 21 febbraio 2016

Martedì 23 Febbraio_BELLUSCONE, UNA STORIA SICILIANA di Franco Maresco

71° Mostra del Cinema di Venezia: Premio speciale della giuria Orizzonti
David di Donatello 2015: Miglior Documentario

Il critico cinematografico Tatti Sanguineti arriva a Palermo per ricostruire le vicissitudini di “Belluscone. Una storia siciliana”, l’ultima fatica di Franco Maresco, il suo “film mai finito” che avrebbe voluto raccontare il rapporto unico tra Berlusconi e la Sicilia, attraverso le disavventure di Ciccio Mira (impresario palermitano di cantanti neomelodici, organizzatore di feste di piazza, imperterrito sostenitore del Cavaliere e nostalgico della mafia di un tempo) e di due artisti della sua “scuderia”, Salvatore De Castro in arte Erik e Vittorio Ricciardi, che in cerca di successo decidono di esibirsi insieme nelle piazze palermitane con la canzone “Vorrei conoscere Berlusconi”.

Un viaggio "in solitaria" tra costume e politica, musica di piazza e cultura mafiosa, finanza e televisioni private.







Nella strada tracciata da Cinico tv, la voce fuori campo del regista interroga l'impresario Francesco Mira detto Ciccio, e ci fa entrare nel meraviglioso mondo delle feste di piazza”. 

(Mariarosa Mancuso – Il Foglio).

Con umorismo e ironica pietà, bianco e nero e colori, periferie, sudditi e regnanti messi sotto la lente d’ingrandimento di una semplice curiosità, Maresco ha restituito il senso di due universi inconciliabili. Quello della Palermo di ieri, legata al silenzio di una mentalità “associativa” in cui la parola Mafia non si pronuncia mai e quella di oggi che è anagraficamente giovane, della Mafia sa poco o nulla”. 
(Malcom Pagani – Il Fatto Quotidiano).


lunedì 8 febbraio 2016

Martedì 9 febbraio - Pride di Matthew Warchus


Cannes 2014
Queer Palm

British Independent Film Award 2014
Miglior Film, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior Attrice Non Protagonista



Ambientato in piena era Thatcher, durante lo sciopero dei minatori inglesi del 1984, Pride racconta la vera storia di un gruppo di attivisti del movimento omosessuale che, per spirito di solidarietà verso chi come loro lotta contro il sistema, decide di organizzare una raccolta fondi per gli scioperanti del Galles, oramai allo strenuo delle forze.

I minatori però, nonostante la situazione si sia fatta insostenibile, non accolgono benevolmente l’iniziativa considerando l’aiuto di lesbiche e gay fuori luogo, se non addirittura controproducente.

L’incontro fra le due realtà però riserverà insospettabili risvolti.




"Trascinante commedia inglese, che rievoca la sorprendente alleanza tra due mondi lontanissimi (…) Un film che appassiona, e volendo commuove, con un cast magnifico”. 
(Massimo Bertarelli – Il Giornale)

“La dignità del lavoro incontrerà quella della sessualità, omo ed etero? Sullo sfondo, nascosta, c'è la vittoria della Thatcher, con quel che ne è venuto. Leggero e narrativamente accorto, riscopre una storia vera e dimenticata per trent'anni”. (Roberto Escobar - L'Espresso).