giovedì 29 novembre 2018

🎬 Martedì 4 Dicembre 🎬

"Il Prigioniero Coreano" (Geumul)
di Kim Ki-duk
Sud Corea 2016 - Drammatico - 114 minuti


Nam Chul-woo è un pescatore nordcoreano il cui unico bene è la sua barca ed è l'unico mezzo per dare da mangiare a sua moglie e alla loro bambina. Un giorno si blocca il motore mentre sta occupandosi delle reti in prossimità del confine tra le due Coree e la corrente del fiume lo trascina verso la Corea del Sud. Qui viene preso sotto controllo delle forze di sicurezza e trattato come una spia. C'è però chi non rinuncia all'idea di poterlo convertire al capitalismo lasciandogli l'opportunità di girare, controllato a distanza, per le strade di Seoul.





"Il dramma delle due Coree visto da un grande autore che non ha mai militato nel cinema realista ma costruisce sempre mondi complessi e densi di inquietudini filosofiche con un pugno di elementi come sa chi ha visto i suoi film, da "Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera" a "Soffio", da "La samaritana" a "Ferro 3". Fabio Ferzetti - Il Messaggero


"Da coreano del sud, Kim Ki-duk presenta al pubblico di tutto il mondo un’opera finalmente libera da pregiudizi, un’analisi sincera e sentita dell’attuale situazione che connota il suo Paese, per intero. Come sempre, il Maestro esprime il desiderio di parlare davvero dell’uomo, al di là delle scelte ideologiche e della forma del proprio governo". Francesca Romana Torre - cinematographe.it

giovedì 22 novembre 2018

🎬 Martedì 27 Novembre 🎬

"Suburbicon"di George Clooney
USA 2017 - Commedia Noir - 105 minuti


Anni 50. Un gioioso sobborgo californiano, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle azioni della gente comune. Ma dopo un misterioso omicidio, una famiglia apparentemente perfetta è costretta a ricorrere al ricatto, alla vendetta e al tradimento per sopravvivere.




"Anche se è ambientato alla fine degli anni Cinquanta, Suburbicon ha come riferimento più che intenzionale l’America di Trump. George Clooney ha lavorato su una vecchia sceneggiatura dei fratelli Coen unendovi nella riscrittura – di nuovo con Grant Heslov – un fatto di cronaca accaduto in Pennsylvania, in quegli stessi anni (…). L’incontro tra l’umorismo di paradossi dei due fratelli e la necessità di presente di Clooney – più molti riferimenti soprattutto all'immaginario di quegli anni (…) – diviene la lente che gli permette di trasformare il vintage d’epoca in attualità”. Cristina Piccino - Il Manifesto

"(…) Un viaggio pulp e grottesco nella mostruosità ipocrita che si cela dietro ad un certo perbenismo, dilagante e sempre attuale. (…) Clooney pesca direttamente dagli stilemi del noir hollywoodiano anni Quaranta e Cinquanta e li reinventa vivificandoli con innesti satirici. La sua regia è ferma nel condurre i due filoni narrativi, il giallo da un lato e l'antirazzista dall'altro (…). Un'ora e mezza di divertimento pungente e qualche riflessione". Serena Nannelli – il Giornale.it



74. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2017):
Premio Fondazione Mimmo Rotella a George Clooney

giovedì 15 novembre 2018

🎬 Martedì 20 Novembre 🎬

"Il Dubbio - Un caso di Coscienza"
(Bedoune Tarikh, Bedoune Emza)
di Vahid Jalilvand
Iran 2017 - Drammatico - 104 minuti


Il dottor Narima, anatomo-patologo, un uomo virtuoso e di solidi principi, ha un incidente con un motociclista e la sua famiglia, in cui ferisce un bambino di otto anni. Si offre di portare il bambino in una clinica vicina, ma il padre rifiuta il suo aiuto come il suo denaro. Alcuni giorni dopo, il Dottor Narima scopre che lo stesso bambino è stato portato nello stesso ospedale in cui lui lavora per un’autopsia per morte sospetta. Nariman deve affrontare un dilemma: è lui il responsabile della morte del piccolo a causa dell’incidente o la morte è dovuta a un avvelenamento da cibo, come sostiene la diagnosi degli altri medici?



"Il Dubbio dimostra l’interesse del regista per storie in cui il dilemma personale si intreccia con i problemi sociali. (…) È un percorso intimo, un racconto che scava sempre più a fondo dentro più anime dilaniate dall'incertezza mentre le coordinate esistenziali si sgretolano e si dissolvono".  Gianlorenzo Franzì - cineforum.it

"Questo film ci sottolinea che la verità è relativa: tutto dipende da quello a cui vuoi o scegli di credere. Questa storia dura ci porta così a riflettere non solo sul mistero della morte, ma anche sulle grandi questioni esistenziali che accompagnano l’uomo. D’altronde come diceva Oscar Wilde: «Credere è profondamente noioso. Dubitare è profondamente avvincente»".  
Giulia Lucchini - cinematografo.it


74. Mostra Internazionale D'arte Cinematografica di Venezia (2017):
Premio Orizzonti Miglior Regia e Miglior Interpretazione Maschile (Navid Mohammadzadeh)

giovedì 8 novembre 2018

🎬 Martedì 13 Novembre 🎬

"Il Filo Nascosto" (Phantom Thread)
di Paul Thomas Anderson
USA 2017 - Drammatico - 130 minuti


Nella Londra degli anni ‘50 Reynolds Woodcock è lo stilista più in voga dell'alta società, famiglia reale compresa. Vive nella sua meravigliosa casa- atelier, affiancato dalla ieratica sorella Cyril. Un giorno, l'uomo incontra la timida cameriera Alma e ne rimane folgorato, tanto da trasformarla nella sua musa. Sembra una delle tante donne di passaggio in quella prestigiosa Maison, ma il suo essere tenace e la sua ostinazione faranno sgretolare l'equilibrio imposto da Woodcock.


"Mentre gli uomini amano svestire le donne, lo stilista Reynolds ama vestirle per trasformarle in feticci privati di una volontà di dominio che le sublima nel momento in cui le imprigiona. Se Day-Lewis giganteggia - ancorché non gli giovi l'eccessiva affettazione del doppiaggio italiano - nel ruolo inventato a partire da figure storiche del cinico e anaffettivo protagonista di «Il filo nascosto» è perché P. T. Anderson gli costruisce attorno, appunto, come con l'ago, il filo e il centimetro, una tela di comportamenti, gerarchie, nevrosi e rituali su cui la cinepresa indaga cercando di scioglierne l'intrinseco rebus." Valerio Caprara - Il Mattino

"Il film è proprio l'opposto di un gioco auto-referenziale: mentre riflette su di sé, si sporge sull'ignoto, affrontando il rapporto tra maschile e femminile come opposizione primaria e storica forse mai pacificabile. La struttura da romance allegorico, né realista né psicologico, permette una abbagliante riaffermazione delle potenzialità del cinema, che vanno molto oltre la semplice narrazione."  
Emiliano Morreale - La Repubblica


Academy Award 2018: Oscar ai Migliori Costumi

giovedì 1 novembre 2018

🎬 Martedì 6 Novembre 🎬

"Ready Player One"
di Steven Spielberg
USA 2018 - Azione - 140 minuti


La maggior parte dell'umanità, afflitta dalla miseria e dalla mancanza di prospettive, si rifugia in Oasis, una realtà virtuale creata dal geniale James Halliday. Prima di morire il visionario creatore ha nascosto nel suo mondo un Easter egg: chi lo troverà erediterà tutto il suo impero virtuale. Nel 2045 nessuno ha ancora trovato l'Easter Egg, ma prosegue ancora scatenata la caccia al tesoro, soprattutto da parte di una multinazionale concorrente intenzionata ad assumere il monopolio assoluto dell'immaginario collettivo. Niente però può competere con l’entusiasmo e la passione di un ragazzo intenzionato a risolvere il puzzle, non per il potere, quanto per il suo amore per Oasis.

Come anticipato a inizio stagione, la proiezione di Ready Player One di Steven Spielberg (adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Ernest Cline) sarà il primo di tre appuntamenti in collaborazione con MacAdemia di Scritture e Letture di Fabio Fracas. Il commento/dibattito, in cui si approfondirà la pellicola sia dal punto filmico che letterario, sarà tenuto dal Prof. Fabio Fracas.





"Spielberg ha sempre sfidato la possibilità di creare il kitsch con il cinema, di trasformare il proprio sentimento di spettatore in un sentimentalismo universale e riconoscibile. Con Ready Player One, riportando il suo alter ego Halliday nella cameretta d’infanzia dove Oasis è nato, ritorna ancora a confrontarsi con il bambino che è stato e che in realtà non ha mai abbandonato. Lo scopo del suo film è dunque quello di rendere visibile ciò che è sempre stato ben discernibile, ribadendo un’idea di Kitsch come doppio, come copia sovrapposta e sostituita all'originale." Roberto Manassero - Cineforum.it

"Più del film, è Spielberg stesso con le sue scelte artistiche a rendere credibile la morale di Ready Player One: l'evasione dalla realtà va calibrata, è una moderna conquista dell'immaginazione ma non deve dissipare il nostro senso del reale." 
Domenico Misciagna - Badtaste.it