sabato 30 gennaio 2016

Martedì 2 febbraio - Lo sciacallo di D. Gilroy

Indipendent Spirit Award 2015: miglior film d’esordio e miglior sceneggiatura


Lou non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un'illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi.

La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l'arresto di due assassini ...






Sono come zombie, vampiri dell’informazione drogata, che vuole scioccare. Predatori della notte, personaggi di infima morale che definire giornalisti sarebbe improprio (…) Non c’è pietà per nessuno, sono tutti vittime, dal complice aiutante alla producer tv accecati dal neon notturno di un horror in cui sono tutti Dracula (…) Il film comunica lo choc di una realtà non surreale e che riconosciamo nel nostro codice genetico anche se innocenti.”

 ( Maurizio Porro - Il corriere della sera)


Enigmatico, sinistro, emblematico: è Nightcrawler, lo Sciacallo dell’intrigante opera d’esordio dello sceneggiatore (The Bourne Legacy) Dan Gilroy, che ne firma anche il copione. Enigmatico perché sino alla fine Lou Bloom resta chiuso nel suo mistero, sinistro per la maniacale determinazione al successo e la totale assenza di cuore sotto una facciata di innocenza (…) Lo sciacallo potrebbe essere considerato un’ennesima satira del mondo dei mass media, ma Gilroy dimostra indubbia originalità, accentuando i toni plumbei e giocando il protagonista su un ambiguo registro psicotico che ne fa l’evidente frutto di una cultura malsana.” 

(Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa )

lunedì 25 gennaio 2016

Martedì 26 gennaio - Short Skin di Duccio Chiarini

Edoardo, pisano di diciassette anni, fin da bambino è affetto da una malformazione del prepuzio che non gli permette di avere una vita sessuale soddisfacente, nemmeno “fra sé e sé”.

Prigioniero di questo microcosmo privo di sesso, il ragazzo si ritrova bombardato dall’argomento su ogni fronte: l’amico con l’ossessione di perdere la verginità, i genitori che lo spingono a dichiararsi a Bianca (la vicina di casa di cui è innamorato da sempre) e la sorellina impegnata nella ricerca di un giusto accoppiamento per il cane di famiglia.

Riuscirà il giovane Edo a superare i suoi problemi sessuali, fisici ed emotivi?





“Spiritosa commedia giovanilistica, che riesce a trattare con delicatezza temi spinosi come i primi turbamenti sessuali (…) Bravo e spontaneo Matteo Creatini, al debutto come il regista Duccio Chiarini, fragile miscuglio di voglie e paure”. (Massimo Bertarelli – Il Giornale)


“Con tanti registi che sbagliano mira o non conoscono le proprie forze, Chiarini sa perfettamente dove vuole andare a parare. E maneggia con rara misura toni e sapori, protagonisti e comprimari di questo racconto di formazione”. (Fabio Ferzetti – Il Messaggero)



domenica 17 gennaio 2016

Martedì 19 gennaio_Figlio di nessuno di Vuk Rsumovic ( V.O.)

Attesissimo film serbo vincitore del Premio del Pubblico Rarovideo e del Premio Fipresci Fedeora alla Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia 2014. 

Opera prima di Vuk Rsumovic, e egregiamente interpretato dal quindicenne Denis Muric, il film racconta le vicende di un bambino cresciuto tra i lupi nei boschi della Bosnia e poi pian piano e a fatica rieducato alla "civiltà" a Belgrado. Il film narra le vicende pedagogiche, l'educazione sentimentale e la prima maturità di questo bambino e poi ragazzo.





È tutto da scoprire questo film fantastico […] . Emozionante sempre ma sconvolgente nel finale, il film del 40enne Vuk Rsumokiv è di commovente freddezza ma con lo sguardo critico e una pietas crudele per la sorte jugoslava. Negli occhi di Denis Muric si legge il bene e male della nostra civiltà, dall'ignoranza al dolore. “
(Maurizio Porro - Corriere della Sera)

“ […] il regista e sceneggiatore di Belgrado, classe 1975, sa infondere in una storia individuale, e così idiosincratica, i cascami sociali del conflitto nell'ex Jugoslavia. E lo fa senza sforzi, bensì umanisticamente, contrapponendo l'umanità delle bestie alla bestialità degli uomini. Non scomodiamo 'II ragazzo selvaggio' di Truffaut o un 'Libro della giungla' balcanizzato, ma non si fa dimenticare: guerra e pace, romanzo di formazione e favola morale, dramma privato e ricadute geopolitiche, stile già maturo e metafore non peregrine, 'Figlio di nessuno' non cerca (solo) il sensazionalismo, ma la sensibilità. La nostra: lo adottiamo?“ 
(Federico Pontiggia - Il Fatto Quotidiano)

mercoledì 6 gennaio 2016

Martedì 12 gennaio - Forza maggiore di Ruben Östlund


Cannes 2014: Premio della giuria “Un certain regard”

In un villaggio sciistico delle Alpi francesi si consuma un dramma esistenzale e famigliare che indaga le debolezze umane e le relazioni tra individui, osservandole nel loro lato più grottesco e inconfessabile. 

Diretto dal regista svedese Ruben Östlund, il film nasce dalla suggestione  dell’incremento dei divorzi nelle coppie sopravvissute a un’esperienza drammatica, e più che  raccontare la storia di una famiglia, racconta la relazione fra i suoi componenti, indagando un equilibrio ormai incrinato e destinato a non tornare mai più. 

Il film conferma il talento e lo sguardo  innovativo di Ruben Östlund che già si era fatto notare a Cannes nel 2011 con Play.




L’illuminante parabola di Forza maggiore ricorda che anche l’uomo civilizzato deve fare i conti con gli istinti. E che, di norma, non si comporta affatto come nei “disaster movie” hollywoodiani”.

(Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa)


Il film di Östlund ha un'idea forte, sviluppata con stile magistrale, attraverso una suspense oscura, e dissemina un luogo di villeggiatura suggestivo con segnali di apocalisse domestica” 

(Emiliano Morreale - L'Espresso)