sabato 28 gennaio 2017

Martedì 31 gennaio - Il figlio di Saul di László Nemes

Per l'iniziativa "Corti in Sala" in collaborazione con il Centro Nazionale del Cortometraggio, la visione di "Il figlio di Saul " di László Nemes verrà introdotta dal cortometraggio

Il dieci (CSC Production), di Daniel Mejia


Il figlio di Saul di László Nemes

Ungheria - Drammatico, 107 min


Saul è un membro del Sonderkommando rinchiuso in un campo di sterminio in Ungheria. Durante la pulizia di una camera a gas assiste all’omicidio di un ragazzo sopravvissuto al veleno e lo riconosce come suo figlio. Il desiderio di benedire il suo corpo e dargli degna sepoltura al di fuori del campo di sterminio spingerà Saul in una disperata lotta con la prigionia, rischiando la sua stessa vita.




“Una performance miracolosa, di quelle che il cinema regala di rado” (Fulvia Caprara - La Repubblica)

“C'è qualcosa di autoritario nel modo in cui il regista presenta la sua visione, espressione di un fare-cinema che lo spazio per il pensiero dello spettatore lo risucchia nel suo progetto fino a che nel nostro «fuoricampo» riusciamo in fondo a immaginare poco" (Cristina Piccino - Il Manifesto)


Festival di Cannes 2015: Grand Prix Speciale della Giuria
Golden Globe 2016: Miglior film straniero

Oscar 2016: Miglior film straniero

sabato 21 gennaio 2017

Martedì 24 gennaio - The Wolfpack di Crystal Moselle

Per l'iniziativa "Corti in Sala" in collaborazione con il Centro Nazionale del Cortometraggio, la visione di "The Wolfpack" di Crystal Moselle verrà introdotta dal cortometraggio  L'ULTIMO PROIEZIONISTA di Vito Palmieri.


"L'ultimo proiezionista" di Vito Palmieri



THE WOLFPACK di Crystal Moselle (USA 2015) 



I sei fratelli Angulo hanno trascorso tutta la propria vita rinchiusi in un appartamento del Lower East Side di Manhattan, lontani dalla società civile. Soprannominati i “Wolfpack”, sono straordinariamente brillanti, si sono formati studiando a casa, senza nessun conoscente al di fuori della famiglia e non sono praticamente mai usciti dal loro appartamento. Tutto ciò che conoscono del mondo esterno proviene dai film che guardano in maniera ossessiva e che rimettono in scena meticolosamente, utilizzando elaborate attrezzature sceniche e costumi fatti in casa. Per anni questo passatempo è stato per loro uno sfogo creativo e un modo per prevenire la solitudine: ma dopo la fuga di uno dei fratelli (indossando la maschera di Michael Myers per proteggersi), le dinamiche familiari sono cambiate, e tutti i ragazzi hanno cominciato a sognare di avventurarsi all’esterno.




“Difficilmente si potrà rimanere indifferente di fronte alla saggezza forgiata a suon di film di questi ragazzi e al loro inserimento nel mondo reale, che rivela le loro difficoltà e insicurezze nello svolgere azioni comuni come andare per la prima volta in un vero cinema o fare il bagno al mare e i benefici che può dare una passione sana come quella per la Settima Arte, che nel caso dei fratelli Angulo diventa una vera e propria ancora di salvezza dall’opprimente campana di vetro in cui erano stati costretti” (Marco Paiano – Cinematographe.it)


Sundance Film Festival 2015: Gran Premio della Giuria – U.S. Documentary
Festa del Cinema di Roma 2015 - XIII “Alice nella Città”: Premio Taodue Camera d’Oro per la miglior opera prima

domenica 15 gennaio 2017

Martedì 17 gennaio - Il Condominio dei Cuori Infranti

Per l'iniziativa "Corti in Sala" in collaborazione con il Centro Nazionale del Cortometraggio, la visione de "Il Condominio dei Cuori Infranti" di Samuel Benchetrit verrà introdotta dal cortometraggio 

"C'est la Vie" di Simone Rovellini



"Il Condominio dei Cuori Infranti"

(Asphalte) di Samuel Benchetrit

Francia 2015 - Commedia Drammatica - 100 minuti


Un condominio in un complesso periferico di case popolari. Un ascensore in panne. Tre incontri. Sei personaggi. Stemkowtiz abbandonerà la sua sedia a rotelle per trovare l’amore di un’infermiera che fa il turno di notte? Charly, l’adolescente abbandonato a sé stesso, riuscirà a far ottenere un ruolo a Jeanne Meyer, attrice degli anni ‘80? E cosa ne sarà di John McKenzie, astronauta caduto dal cielo e accolto e accudito dalla Signora Hamida?




"Piccola, surreale commedia che intreccia tre storie di solitudini nella cornice di una deteriorata periferia, grigia come l’asfalto del titolo originale. (...) Ritagliate con grazia stilizzata e interpretate con verità, queste figure compongono un teatrino ironico e malinconico, che vibra di una nota di calda, affettuosa umanità". Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

"Il nonsense degli avvenimenti, o meglio il senso dell’assurdo che caratterizza le situazioni lo collocano in una sfera di umorismo nordico che bene si addice al cielo plumbeo dell’Alsazia, dove il film è stato girato. Chi ama Kaurismäki si troverà a suo agio, anche se lo sguardo è meno metafisico. (...) Nel condominio, a dispetto del richiamo alla solidarietà, ognuno è solo, una solitudine che ciascuno si trova a superare in modo tra il disperato, la casualità e la situazione paradossale, con diversi gradi di umorismo mescolato a piccole dosi di sentimento". Silvana Silvestri - Il Manifesto





giovedì 5 gennaio 2017

Martedì 10 gennaio - Room di Lenny Abrahamson

Per l'iniziativa "Corti in Sala" in collaborazione con il Centro Nazionale del Cortometraggio, la visione di "Room" di Lenny Abrahamson verrà introdotta dal cortometraggio



"La Testa tra le Nuvole" di Roberto Catani





Room di Lenny Abrahamson

Irlanda/Canada 2015 - Drammatico - 118 minuti
v.o. sottotitolata


Il piccolo Jack conosce solo la stanza in cui è nato, dove vive giorno per giorno con la sua mamma. Ancora non sa che fuori si estende un mondo che non ha mai visto, a cui la mamma è stata strappata da ragazza per mano di un rapitore. Insieme cercheranno di fuggire alla ricerca di un luogo che li accolga dopo questa lunga separazione dalla realtà.




"Solo in pochi momenti, infatti, gli occhi di Jack fanno da tramite a quelli dello spettatore, mentre in generale viene restituita sia l’innata capacità dei bambini di fronteggiare situazioni devastanti per gli adulti, sia la difficoltà, per una donna, di rimpossessarsi della propria vita dopo aver subìto un trauma. L’interesse del film sta perciò sia nello scoprire il mondo attraverso Jack (in un’età in cui è già in grado di elaborare razionalmente la realtà), sia nel vedere come la forza della madre derivi dal trovare proprio nel figlio quella capacità che a lei manca". Stefano Santoli - Cineforum


"Sono molte le cose che lasciano stupefatti alla fine della visione di un film come Room. La principale, tuttavia, è l’apparente semplicità con cui Abrahamson ottiene molto con pochissimo. Due attori; una stanza; pochissime altre location. Una storia narrata dal punto di vista di un bambino. Eppure Room è tante cose: thriller, avventura, crescita, scoperta, separazione, rinascita, tragedia, guarigione, amore". Alessia Starace - Movieplayer.it


Golden Globe 2016: Miglior Attrice Protagonista
Oscar 2016: Miglior Attrice Protagonista