sabato 26 novembre 2016

Evento speciale per il Cineforum Antonianum: il regista greco Yorgos Zois di Interruption ospite martedì 29 novembre - V.O. sottotitolata

L'opera prima Interruption, presentata alla 72. Mostra del Cinema di Venzia (sezione Orizzonti) e sucessivamente al Torino Film Festival (sezione TorinoFilmLab), porta la firma del greco Yorgos Zois e sarà ospite martedì 29 novembre al Cineforum Antonianum presso la Sala 1 del Cinema Porto Astra.

Interruption è ispirato a un evento realmente accaduto. Nell'ottobre 2002, 50 ceceni armati entrarono al Teatro Dubrovka di Mosca e presero in ostaggio gli 850 spettatori che stavano guardando lo spettacolo. Per qualche istante, gli spettatori pensarono che gli aggressori fossero in realtà attori e che le loro gesta facessero parte di uno spettacolo nuovo, rivoluzionario, ed estremamente intrigante. Ciò che il pubblico ritenne essere una spettacolare trovata teatrale si dimostrò un'ambigua confusione di finzione e realtà, combinazione con conseguenze tristi per tutti i soggetti coinvolti.

Da questo punto di partenza di ambiguità, Zois si spinge oltre e fonde indissolubilmente i due regni,
costruendo una prospettiva su più livelli sui ruoli e sull'identità.

In Interruption, diversi uomini e donne armati irrompono durante un adattamento post-moderno dell'opera di Eschilo.Inaspettatamente un gruppo di estranei sale sul palco e si rivolge al pubblico, invitando alcuni spettatori a prendere parte al processo di Oreste, colpevole di aver ucciso la propria madre per vendicare suo padre. Sapientemente il leader del gruppo conduce gli ignari spettatori nel dibattito, spingendoli inesorabilmente verso i confini dell’etica e dell’umanità. Questo film opera prima ci catapulta nelle paure della Grecia contemporanea attraverso un’opera scritta migliaia di anni fa.

Come afferma lo stesso regista “Interruption è una storia che si svolge all’interno di un teatro. Il termine “teatro” viene da thèatron, che significa “luogo in cui vediamo”. Interruption è un film sull’atto del vedere. Il 23 ottobre 2002 cinquanta ceceni armati presero in ostaggio 850 spettatori nel teatro Dubrovka di Mosca. Durante i primi minuti dell’attacco, il pubblico, ammaliato dall’ambivalenza del momento, pensa che tutto ciò faccia parte dello spettacolo. In questi attimi cruciali, finzione e realtà, verità e menzogna, logica e assurdità si mescolano. Il film è un ampliamento di questi primi minuti di ambiguità.


Bellissimo esempio di meta-teatro, ispirato alle idee di Jerzy Grotowski e del Living Theatre. Dopo Cesare deve morire dei fratelli Taviani, ancora un altro film che mette sullo schermo una sperimentazione teatrale. Zois osserva tutto ciò che accade attraverso una lente fredda e indifferente che porterà il pubblico a meditare sulla propria identità e sul proprio ruolo mentre assiste alle tribolazioni dei personaggi sul grande schermo.


Un gioco ambiguo in cui realtà e finzione si mescolano continuamente rompendo la “quarta” parete quasi fino a farla sparire del tutto. Gli attori e gli spettatori vengono spogliati da qualsiasi certezza, creando una forte sensazione di confusione dovuta all’impossibilità di razionalizzare ciò a cui si sta assistendo” (Elisa Biagiarelli - ElephantRoad.it)

“In questo modo la vita diviene arte e né gli spettatori del teatro né quelli della sala cinematografica si rendono conto di ciò che sta accadendo sul palco. Si tratta di realtà o finzione? Oppure è una finzione nella finzione? I dubbi rimangono e con l’avanzare del tempo capiamo che Interruption non è solo un grandissimo lavoro meta-filmico ma è una riflessione sulle potenzialità del cinema, sulla sua capacità di farsi contemplare e di fondersi con la vita dello spettatore” (Alessandro Lanfranchi - Cineforum)

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